Torre Agbar – Barcellona

Un consiglio di prevenzione incendi: “Scegli i materiali che risolvono i problemi anziché crearli”. Cit. Arch. Fermín Vázquez.

 

La Torre Agbar, vanto e imbarazzo di una Barcellona contemporanea, deve reggere il confronto con la sua gloria modernista data da architetti quali Gaudì.

L’edificio maestoso è stato progettato dall’ architetto Jean Nouvel, che ha lavorato in collaborazione con lo studio b720 Arquitectura S.L. diretto dall’architetto Fermín Vazquez.

La Torre Agbar si erge quasi monolitica su 34 piani ed è una delle grandi icone dell’architettura postmoderna.

L’architetto voleva fare della Torre Argbar non una torre, o un grattacielo, in senso americano, ma una forma emergente, che sorge singolarmente nel centro di una città solitamente tranquilla, una massa fluida che scoppia attraverso la terra come un geyser sotto pressione costante.

Il risultato è un edificio che ha ridefinito il profilo di Barcellona, costruito in uno dei punti nevralgici della città, con un notevole impatto visivo, dato che sorge nel punto in cui si incrociano tre degli assi principali della città: la Avenida Diagonal, la Meridiana e la Gran Vía.

Quando si guarda la Torre Agbar si viene subito rapiti dal suo prospetto, un insieme di colori che movimentano i 16.000 mq di facciata.

Per creare questo effetto sono stati usati 41.000 pezzi di alluminio con 40 diverse sfumature di colore; tendenti al rosso sulla parte inferiore dell’edificio e al blu nella parte superiore. A questi si sovrappongono quasi 60.000 pezzi di brise-soleil di vetro laminato, con dimensioni 100 x 32 cm, disposti in angoli di inclinazione che variano secondo l’orientamento dell’edificio.

La facciata della Torre Agbar risulta quindi un insieme tanto spettacolare quanto complesso di materiali, come spesso accade nelle grandi opere di architettura.

Ma immaginiamo che quell’edificio, così bello e così alto, per uno sfortunato evento prenda fuoco, che la sua facciata così complessa venga avvolta dalle fiamme, immaginiamo i vetri cadere come schegge al suolo.

Sfortunatamente, non serve poi tanta immaginazione.

1972 – San Paolo (Brasile) L’Andraus Building di 31 piani prese fuoco, l’incendio sviluppatosi al 4° piano ma una volta sviluppato esternamente coinvolse gli altri 24 piani. Dopo 15 minuti dall’inizio dell’incendio la facciata era avvolta dalle fiamme. Ci furono 16 morti.

1991 – Philadelfia (USA) Nell’One Meridian Plaza l’incendio si sviluppò al 22° piano, la propagazione del fuoco avvenne dall’esterno dopo una rottura di una finestra. Morirono 3 vigili del fuoco e vi furono 24 feriti.

2004  – Caracas (Venezuela) Al 34 ° piano del Parque Central si sviluppa un incendio che si propagò fino al 46° piano. L’edificio fortunatamente era vuoto, ma 25 vigili del fuoco rimasero feriti.

Questi sono alcuni esempi di cosa realmente può fare il fuoco su edifici di grande altezza.

In Italia, con la lettera circolare n.  5093 del 15/04/2013, il Ministero degli Interni emana una guida tecnica “Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili”.

Gli obiettivi indicati nella guida, e successivo aggiornamento, sono:

  • Limitare la probabilità di propagazione di un incendio originato all’interno dell’edificio a causa di fiamme e fumi caldi che fuoriescono dai vani delle aperture.
  • Limitare la probabilità di incendio di una facciata e la sua propagazione a causa di un fuoco avente origine esterna.
  • Evitare, in caso di incendio, la caduta di parti di facciata che possono compromettere la sicurezza degli occupanti e/o delle squadre di soccorso.

Questi obiettivi si ritrovano nelle scelte costruttive della facciata della Torre Agbar.

Quindi, come si comporta al fuoco e quali sono le tecniche di prevenzione incendi utilizzate per la facciata di questo edificio?

L’Arch. Fermín Vázquez, che ha collaborato alla progettazione della torre, si fece guidare da una semplice ma vincente filosofia: scegliere i materiali che risolvono i problemi anziché crearli.

Quindi nella maniera più semplice la struttura portante della facciata della Torre Agabr è composta da un materiale che non ha bisogno di ulteriore protezione al fuoco, in quanto ha una buona resistenza meccanica: il cemento armato. Con questa scelta la struttura portante assicura in caso d’incendio una stabilità strutturale senza impiego di ulteriori sistemi di protezione passiva ( ovvero vernici intumescenti o pellicole termo espandenti come quelle utilizzate alla Disney Concert Hall)

Ma, come ogni parete, anche la struttura portante della Torre Agbar deve prevedere un isolamento termico, tale da resistere in modo adeguato a temperature estreme, umidità e persino rumore.

La scelta è ricaduta sull’ isolamento di ROCKWOOL; che avvolge la parete prima dell’applicazione del rivestimento in alluminio ondulato e colorato.

Sono quindi stati installati pannelli in lana di roccia ROCKWOOL, che offrono prestazioni in termini di isolamento termico ed acustico, ma sono concepiti anche per garantire un’eccellente protezione al fuoco. Essi infatti vengono ottenuti dalla lavorazione della roccia, un materiale intrinsecamente non combustibile.

I pannelli in lana di roccia fondono infatti a temperature superiori ai 1000 °C e vengono quindi efficacemente utilizzati come barriera al fuoco. Sono classificati come materiali non combustibili, in grado cioè di ostacolare la propagazione del fuoco, contenere lo sviluppo dei fumi ed evitare l’emissione di gas tossici.

Nuovamente, la scelta dei progettisti è caduta su un altro materiale che nella sua funzione di isolante termico protegge dal fuoco la struttura.

I vetri utilizzati nella Torre Agbar sono della Saint Gobain che ha fornito un vetro stratificato di sicurezza, definito dalla norma UNI EN 12543.2, composto da due o più lastre di vetro unite tra loro, su tutta la superficie, mediante l’interposizione di uno o più fogli di un particolare materiale polimerico, il PVB (Polivinilbutirrale).

Il Polivinilbutirrale, al termine del processo di fabbricazione unisce solidamente le lastre ed ha caratteristiche di trasparenza, elasticità ed adesione stabile nel tempo:

Queste proprietà consentono al vetro stratificato di sicurezza che si rompe di non rilasciare frammenti di vetro pericolosi e di rimane in opera fino alla sostituzione.

La facciata della Torre Agbar è un esempio di come sia possibile costruire un icona dell’architettura contemporanea senza ricorrere a sistemi o metodi antincendio all’avanguardia, ponendo la componente antincendio come parte integrante delle scelte progettuali e non come qualcosa da risolvere a posteriori, come spesso succede.

Godetevi la meravigliosa facciata della Torre Agbar nel Tour Virtuale.